Stefani Emanuelli

Stefano Emanuelli

"Ema"

Coach
Serie B
FIBS n. 41458
10
Mi piace insegnare ai ragazzi il giusto approccio mentale, perché il vero limite al giocatore che vogliamo diventare spesso siamo noi stessi.

Mi racconto

Sono nato a Rimini e ho 55 anni di professione sono artigiano.

La mia casa nativa era ed è tutt'oggi a pochi passi dallo stadio dei Pirati, ne consegue che la mia passione per il baseball nasce fin da piccolo quando all’epoca, nel nostro campetto di periferia, giocavamo a baseball e usavamo come mazze gambe di vecchi tavoli in metallo. La svolta avvenne quando il fratello di un nostro amico, che lavorava in America ci regalò una muta da ricevitore e una mazza vera. Da lì in poi non ce ne fu più per nessuno, il nostro campetto iniziò a vedere sfide epiche al limite del regolamento.

Nel 1978, anno dei mondiali di baseball disputati anche a Rimini, decido insieme ad altri amici di iscrivermi nelle fila dei Pirati. Ricordo ancora i miei primi allenamenti sotto la guida di Orizzi, Romano, Colabello e Long. Tanta roba ragazzi! Resto nei pirati fino al 1988 dopo essermi tolto parecchie soddisfazioni sia a livello di club che in nazionale. Rimango fermo 2 anni per problemi familiari, poi non riuscendo a stare lontano dai diamanti decido di ricominciare dai Falcons in serie C sotto la guida di Luigi Bellavista.

Con i Falcons centrammo la storica promozione in serie B nel 1994.

È "colpa" di mio figlio se nel 2007 rientro “nel giro” quando lui decide di iscriversi nei Falcons perché affascinato da questo sport che fino ad allora aveva ammirato in mie vecchie foto e filmati. Sarà nel DNA.

Conseguo il patentino da tecnico e nel 2014 decido di mettermi in gioco allenando la squadra di serie C. Sono 3 anni fantastici ed emozionanti dove cerco di mettere a disposizione dei ragazzi le mie esperienze agonistiche passate. Nel 2016 arriviamo a giocare la promozione per la serie B.

Nel 2016 e 2017 e frequento un corso di “mental coaching” da un formatore FIBS ed è stata un'esperienza che sicuramente ha segnato il mio futuro.

Il resto è storia recente. Mi piace insegnare ai ragazzi il giusto approccio mentale, perché il vero limite al giocatore che vogliamo diventare spesso siamo noi stessi.

Il consiglio che do ai ragazzi è: meno social e più allenamenti.

I ragazzi devono capire che noi siamo il prodotto dei nostri pensieri!